La scuola pubblica a mio giudizio è un bene prezioso e da difendere. Quando ho visto pubblicato il bando nazionale per i nuovi docenti, ho tirato un sospiro di sollievo, pensavo, infatti, che favorisse l'infusione di linfa giovane nella scuola italiana, sempre più asfittica.
Sul concorso si sono scatenate le fervide fantasie dei sindacati, parlo delle innumerevoli sigle esistenti, che hanno saputo dare una bellissima immagine di insensatezza collettiva.
A taluni il bando non va perchè troppo bassa la percentuale destinata ai precari delle vecchie graduatorie ( anche se mi si deve spiegare il perchè bisogna attingere a graduatorie chilometriche che, teoricamente, affondano tra i peggiori), ad altri non va perchè non si garantisce i vecchi precari, ad altri ancora perchè non tutela i neolaureati. Oggi il Gilda consiglia di revocarlo.
Sono costernato e non posso far altro che pensare che le diverse posizioni esprimano nient'altro che la vacuità di proposta (prima che uscisse il bando dove erano tutti questi?) e sopratutto esprimano la difesa di rendite di posizione che in questa situazione sono un lusso che noi, come collettività, non possiamo permetterci.
Nessuno dei sindacati, infatti, si è preoccupato che nella scuola entrino bravi docenti. Complimenti.
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